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Qualche parola su Stepan Bandera

La figura di Stepan Bandera, leader nazionalista ucraino del XX secolo, rimane profondamente controversa e divisiva nell’Ucraina contemporanea. Mentre nelle regioni occidentali è spesso venerato come eroe nazionale che lottò per l’indipendenza, nell’est è visto negativamente come collaborazionista nazista. La Russia sfrutta questa polarizzazione nella sua propaganda anti-ucraina, accusando il governo di Kiev di “neonazismo banderista”.

Bandera: figura controversa

bloomberg.com

Stepan Andrijovič Bandera fu una figura controversa e influente nella storia dell’Ucraina del XX secolo. Nato il 1° gennaio 1909 a Staryj Uhryniv, nell’allora Impero austro-ungarico (oggi Ucraina occidentale), Bandera emerse come un leader nazionalista di estrema destra e un fervente sostenitore dell’indipendenza ucraina.

Bandera divenne una figura di spicco nell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN), un movimento politico radicale che mirava a creare uno stato ucraino indipendente. Nel 1940, l’OUN si divise e Bandera assunse la leadership della fazione più militante, nota come OUN-B.Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bandera e l’OUN-B collaborarono inizialmente con la Germania nazista, vedendola come un potenziale alleato contro l’Unione Sovietica. Il 30 giugno 1941, poco dopo l’invasione tedesca dell’URSS, l’OUN-B proclamò l’indipendenza dell’Ucraina a Leopoli. Tuttavia, i nazisti rifiutarono di riconoscere questo stato e arrestarono Bandera, imprigionandolo in un campo di concentramento.

Nonostante l’incarcerazione di Bandera, l’OUN-B continuò le sue attività, formando l’Esercito Insurrezionale Ucraino (UPA) nel 1942. L’UPA combatté contro i nazisti, i sovietici e i polacchi, cercando di stabilire uno stato ucraino indipendente.Le azioni dell’OUN-B e dell’UPA durante questo periodo sono oggetto di intense controversie storiche. Sono accusati di aver partecipato a una pulizia etnica in Galizia e Volinia che causò la morte di decine di migliaia di polacchi tra il 1943 e il 1944. Inoltre, sebbene non ci sia consenso tra gli storici sulla diretta partecipazione dell’OUN allo sterminio degli ebrei, l’organizzazione è stata accusata di aver contribuito indirettamente all’Olocausto durante la sua breve alleanza con i nazisti.

Dopo la guerra, Bandera continuò la sua attività politica dall’esilio in Germania Occidentale. Fu assassinato a Monaco di Baviera il 15 ottobre 1959, presumibilmente da un agente del KGB sovietico.La figura di Bandera rimane profondamente divisiva in Ucraina e nei paesi vicini. Mentre alcuni lo considerano un eroe nazionale che lottò per l’indipendenza ucraina, altri lo vedono come un collaborazionista nazista e un criminale di guerra. Questa percezione contrastante continua a influenzare il dibattito politico e storico nell’Ucraina contemporanea.

Alleanza effimera con nazisti

La collaborazione tra Stepan Bandera e i nazisti fu di breve durata e caratterizzata da un rapporto complesso e ambiguo. Ecco i principali punti da considerare:

  1. Inizio della collaborazione: nel 1941, con l’invasione nazista dell’Unione Sovietica, Bandera e l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) videro un’opportunità per realizzare il loro obiettivo di un’Ucraina indipendente.
  2. Proclamazione dell’indipendenza: Il 30 giugno 1941, subito dopo l’invasione tedesca dell’URSS, l’OUN-B guidata da Bandera proclamò l’indipendenza dell’Ucraina a Leopoli.
  3. Reazione nazista: I nazisti rifiutarono di riconoscere lo stato ucraino indipendente proclamato da Bandera. Hitler non aveva alcuna intenzione di permettere l’indipendenza ucraina.
  4. Arresto di Bandera: Pochi giorni dopo la proclamazione dell’indipendenza, i nazisti arrestarono Bandera e lo imprigionarono. Fu detenuto prima in carcere e poi nel campo di concentramento di Sachsenhausen.
  5. Durata effettiva: La collaborazione attiva tra Bandera e i nazisti durò quindi solo pochi giorni, dal 22 giugno (inizio dell’invasione dell’URSS) al suo arresto all’inizio di luglio 1941.
  6. Periodo di detenzione: Bandera rimase prigioniero dei nazisti per la maggior parte della guerra, fino al settembre 1944.
  7. Rapporti successivi: Anche dopo il suo rilascio, Bandera non riprese una collaborazione attiva con i nazisti, che ormai stavano perdendo la guerra.

È importante notare che, mentre Bandera era detenuto, alcuni suoi seguaci continuarono a collaborare con i tedeschi in varia misura, mentre altri si opposero sia ai nazisti che ai sovietici. La breve durata della collaborazione diretta di Bandera con i nazisti e il suo successivo imprigionamento rendono complessa e controversa la valutazione del suo ruolo storico.

Percezione di Bandera in Ucraina

La percezione di Stepan Bandera nell’Ucraina contemporanea è estremamente complessa e polarizzata, variando significativamente tra le diverse regioni del paese e i diversi gruppi sociali.

Nelle regioni occidentali dell’Ucraina, in particolare nella Galizia, Bandera è spesso venerato come un eroe nazionale e un simbolo della lotta per l’indipendenza ucraina. Qui, numerose strade e monumenti sono dedicati a Bandera, e la sua casa natale nel villaggio di Stryi è stata trasformata in un museo. Questa visione positiva si basa principalmente sul suo ruolo di leader nazionalista che si oppose all’occupazione sovietica e polacca.

Al contrario, nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina, dove la popolazione è prevalentemente russofona, Bandera è spesso visto negativamente come un collaborazionista nazista e un criminale di guerra. In queste aree, il termine “banderovtsy” (seguaci di Bandera) viene usato in senso dispregiativo, associandolo a una forma di neonazismo ucraino.

La popolarità di Bandera in Ucraina ha subito fluttuazioni significative nel corso degli anni, influenzata da eventi politici e conflitti. Un sondaggio condotto dal gruppo di ricerca Rating ha mostrato un aumento drammatico del sostegno a Bandera, passando dal 22% nel 2012 al 74% nell’aprile 2022. Questo incremento è stato attribuito in gran parte all’invasione russa dell’Ucraina, che ha rafforzato i sentimenti nazionalisti e anti-russi in molte parti del paese.

Tuttavia, la figura di Bandera rimane altamente controversa anche all’interno dell’Ucraina. Molti ucraini, specialmente intellettuali e storici, riconoscono la complessità della sua figura storica e criticano la sua glorificazione acritica.

Per una parte dell’Ucraina, specialmente l’Ovest, è un eroe. Per un’altra, specialmente la parte russofona dell’Est, è un bandito e un collaboratore nazista.

Yaroslav Hrytsak

Le autorità ucraine hanno avuto un approccio ambivalente verso Bandera. Nel 2010, il presidente Viktor Yushchenko gli conferì postumamente il titolo di “Eroe dell’Ucraina”, una decisione che fu poi annullata l’anno successivo a causa delle pressioni interne ed internazionali. Più recentemente, il governo ucraino ha cercato di bilanciare il riconoscimento del ruolo di Bandera nella lotta per l’indipendenza con la necessità di mantenere buone relazioni con i partner internazionali, in particolare Polonia e Israele, che vedono negativamente la sua figura.

La percezione di Bandera in Ucraina è ulteriormente complicata dal suo utilizzo nella propaganda russa. La Russia ha spesso sfruttato la figura di Bandera per dipingere l’Ucraina come uno stato “neonazista”, un’accusa che molti ucraini respingono come una distorsione della loro storia e identità nazionale.In conclusione, la percezione di Stepan Bandera in Ucraina rimane profondamente divisa, riflettendo le complesse dinamiche storiche, regionali e politiche del paese. Mentre per alcuni rappresenta un simbolo di resistenza nazionale, per altri rimane una figura controversa associata a un passato doloroso e conflittuale.

Propaganda russa anti-ucraina

balcanicaucaso.org

La propaganda russa ha ampiamente sfruttato la figura controversa di Stepan Bandera per delegittimare l’Ucraina e giustificare l’aggressione militare. I principali elementi di questa narrativa includono:

  1. Accuse di “neonazismo”: Il governo russo etichetta regolarmente le autorità ucraine come una “giunta fascista” o “neonazista”, facendo riferimento diretto ai “banderisti” come prova di tendenze estremiste. Questa retorica è stata utilizzata da Vladimir Putin per giustificare l’invasione del 2022, affermando la necessità di “denazificare” l’Ucraina.
  2. Distorsione storica: La propaganda russa tende a presentare una visione unilaterale di Bandera, enfatizzando la sua collaborazione con i nazisti e ignorando la complessità della sua figura storica. Questo serve a dipingere l’intero movimento nazionalista ucraino come fascista.
  3. Esagerazione dell’influenza: I media russi spesso sovrastimano l’importanza di Bandera nell’Ucraina contemporanea, presentando le commemorazioni o i monumenti a lui dedicati come prova di un’ideologia estremista diffusa.
  4. Sfruttamento delle divisioni interne: La Russia cerca di acuire le divisioni tra l’est e l’ovest dell’Ucraina, presentando i “banderisti” come una minaccia per la popolazione russofona nelle regioni orientali.
  5. Pressione internazionale: La Russia utilizza la controversia su Bandera per mettere in difficoltà l’Ucraina nelle sue relazioni con paesi come Polonia e Israele, cercando di isolare diplomaticamente Kiev.

Tale propaganda ha avuto un impatto significativo, influenzando la percezione internazionale del conflitto e complicando gli sforzi dell’Ucraina di costruire una narrativa storica nazionale coesa. Tuttavia, l’invasione russa del 2022 ha paradossalmente rafforzato l’immagine di Bandera come simbolo di resistenza anti-russa per molti ucraini, aumentandone la popolarità nonostante le controversie storiche

Controversie storiche

Le azioni dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN) guidata da Bandera durante la Seconda Guerra Mondiale rimangono oggetto di acceso dibattito storico. L’OUN è accusata di aver partecipato a una pulizia etnica in Galizia e Volinia che causò la morte di circa 60.000-100.000 polacchi tra il 1943 e il 1944. Inoltre, sebbene non ci sia consenso tra gli storici sulla diretta partecipazione dell’OUN allo sterminio degli ebrei, l’organizzazione è stata accusata di aver contribuito indirettamente all’Olocausto durante la sua breve alleanza con i nazisti

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